A dare il benvenuto  sull’ingresso dell’antico castello di sant’Angelo  ci sono i nomi di due personaggi illustri, Giovanni Branca  e Gordiano Perticari, di cui si parlerà dopo. Ma questo è un castello medioevale ed  è ai Lizzola e agli uomini di Monte Sant’Angelo che si deve la sua nascita. C’è traccia della esistenza di questo territorio già nel X secolo, visto che papa Clemente dona nel 1047  i territori di Liciola e di monte Cavellus ai monaci dell’Abbadia di San Tommaso in Foglia. Monte sant’Angelo è un luogo franoso e poco sicuro, mentre il castello dei Liciola è solido e sicuro e stanno uno di fronte all’altro.  

I Liciola però non riescono a tenere il possesso del luogo: le ipotesi sono che non abbiano omaggiato il papa di passaggio a san Tommaso, che non abbiano riconosciuto alla chiesa quanto dovuto per l’enfiteusi del possedimento (i castelli doveva tutti dei tributi alla Chiesa), ma soprattutto sfidano i Malatesta tra il 1270 2 il 1280 e perdono. Pesaro  poteva distruggere i castelli ribelli ma gli uomini di Monte sant’Angelo ottengono piuttosto di acquistarlo e migliorare notevolmente le propria condizioni di vita; così, nel 1280 “comprano da Pesaro i terreni, le case e gli edifici che erano in quel castello sulla strada verso la fonte  di Sant’Angelo al prezzo di 500 lire ravennate e anconetane”. 

Dall’unione di Monte Sant’Angelo e Liciola (Lizzola) nasce così Sant’Angelo in Lizzola. Del 1404 è il primo documento in cui il paese è nominato come castrum, quindi come castello fortificato.

La porta del castello deve fungere da unico ingresso al castello, dotato di fossato e ponte e doveva stare ben chiusa. Per questo quando la comunità aumenta  e Sant’Angelo diventa un feudo assegnato dal duca Della Rovere a Giulio Cesare  Mamiani nel 1584 viene incaricata una persona ad occuparsi di questo.

Disponendo le spese da sostenere, il conte scrive al vicario: “se la porta del castello non è troppo buona si faccia di nuovo, et poi che si guasti l’orto che è sopra detta porta facendosi di sopra far gli sboccatori per l’acqua…voglio che sia cura nostra di far che ogni sera si serri bene la porta del castello, et alzi il ponte, et che le chiavi della porta serrata siano date in mano nostra”. 

Ancora nella prima metà dell’800 il castello è chiuso nella cinta muraria già più volte restaurata e  si accedeva da ovest, dalla cosiddetta impietrata, oggi via Branca. Solo quando la necessità di allargare il paese ha portato a costruire le case in quella che oggi è via Dante e ad aprire  una strada più ampia lungo le mura che la porta ha perso la sua connotazione difensiva, portando ad eliminare fossato e ponte. Oggi continua a separare il borgo dal castello che probabilmente ha origini ancora più antiche di quanto abbiamo raccontato, ma di quelle è difficile rintracciare i protagonisti.

A ricordare invece l’identità medioevale del paese pensano oggi altri importanti personaggi del paese: il gruppo Arcieri di Sant’angelo , che oltre a gare sportive partecipano a rievocazioni storiche; sono nati nel   2020 e di loro proprietà è la cotta medioevale da cavaliere in mostra, un tipo di armatura "a veste" formata da una maglia metallica, anticamente utilizzata per proteggere il corpo dei combattenti. Gli arcieri portano lo stendardo di Sant’Angelo in Lizzola nelle più importanti gare e rievocazioni di tiro con l’arco in Italia mostrando l’immagine di san Michele Arcangelo, in onore della chiesa che rappresenta il paese.