La famiglia Malatesta ha dotato Gradara di una doppia cinta muraria tra il XIII e il XIV secolo, rinforzando le sue difese dalle mire dei Montefeltro e degli Sforza. La porta sotto la torre, che aveva un ponte levatoio e oggi ha un orologio, è stata per molto tempo l’unico accesso a Gradara. 

Nei pressi della torre, dentro le mura, è possibile accedere al camminamento di ronda, per osservare il borgo e la rocca dall’alto, ma anche per allungare lo sguardo su un paesaggio che si apre dalla Romagna e al monte Titano.

Da luogo di difesa, di prigionia, di azioni militari, e più tardi di raffinata dimora, il castello di Gradara ha poi vissuto un lungo periodo di abbandono.

Dalla fine del ‘600 il fossato non serve più e costa troppo mantenerlo, così viene riempito.

I documenti riportano bilanci comunali in cui si parla del pagamento del custode della porta e del temperatore dell’orologio.

 Ma nel XX secolo, l’arrivo prima di un appassionato e generoso abitante negli anni ’20  e di un intraprendente imprenditore negli anni ’50 ne cambiano le sorti. Come è possibile vedere dalle fotografie d’epoca, lo sviluppo del turismo porta gli abitanti ad organizzarsi per accogliere i visitatori con la vendita di pizza e piade o lavorare alla apertura dei camminamenti.

Già osservando con attenzione la porta si possono trarre informazioni tanto storiche quanto curiose sulle vicende di Gradara: su di essa è infatti inciso un nome, ma non è altro che  di chi ha fatto la manutenzione!