Il fiume Metauro gira intorno alla villa facendola diventare quasi un’isola

Non isolata, ma protetta dalla vegetazione e dalle acque fertili: così deve averla percepita Torquato Tasso, quando vi giunse nel 1578. Nel 1559 vi aveva trovato ospitalità Annibale Caro.  Contava sulla protezione dei Della Rovere e trovò asilo a casa del suo antico compagno di studi, Federico Bonaventura. La casa rappresenta un luogo di continuità con la corte urbinate, di cui la famiglia Bonaventura era stimata portavoce, ma anche luogo dove trovare riposo dalle fughe e dalle ansie che ormai sempre più attanagliavano il poeta.

Natura e cultura si intersecano con armonia e l’Ode rende evidente un processo di spontaneo connubio tra paesaggio ed autobiografia del grande poeta. 

Villa Isola rappresenta il punto ideale di partenza e quello concreto di arrivo di una lettura del territorio di Fermignano dal punto di vista della scrittura letteraria.

Villa Isola, all’ombra dei torricini del Palazzo Ducale di Urbino, si collega alla casina ruinante costruita da Girolamo Genga nel Barchetto Ducale a Pesaro, dove il poeta soggiornò da giovane. 

Luoghi della natura, dell’anima e della letteratura di cui la Provincia è ricca.