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Non è difficile raccontare Sant’Angelo in Lizzola perchè il paese è vivace, ricco di storia, abitato da gente accogliente e orgogliosa delle proprie radici, pieno di storie piccole e grandi che ancora fanno eco tra  vecchie e nuove strade, dove le generazioni si incontrano quotidianamente ed hanno luoghi e occasioni di scambio. 

Difficile è farlo in modo da riuscire a rendere in modo chiaro quanto qui le grandi storie si intreccino alle piccole storie, rendere la sensazione molto viva nel paese che le vicende storiche e le azioni  dei grandi personaggi sono parte della storia di tutti, rielaborate e quindi custodite nella propria memoria in maniera poco ufficiale ma piuttosto quasi personale. 

Esiste dunque a Sant’Angelo una memoria collettiva fatta di frammenti, tradotti in modo a volte ironico altre nostalgico,  che è ancora molto viva ma potrebbe rischiare di perdersi. Esistono diversi testi - storici, documentaristici o più divulgativi - ma il walkscape intende ricucire quella trama frammentata e  portare i curiosi a guardare i luoghi del paese attraverso gli occhi dei protagonisti, per   sottolineare come la vita del paese sia sempre stata caratterizzata da uomini geniali ma anche da burloni, da studiosi e laboriosi ma anche da personaggi eccentrici, da uomini di potere ma anche da ribelli, in un passato lontano così come in tempi recenti. 

E proprio su questa linea già don Giovanni Gabucci, don Gvan, che ha svolto un enorme lavoro di archiviazione nella parrocchia della collegiata di San Michele fino alla seconda guerra mondiale, aveva realizzato un vero e proprio percorso per il paese, che ne descriveva luoghi di interesse storico artistico ma anche botteghe e zone di ristoro. 

Il walkscape “Le storie ritrovate” ha  cambiato l’ordine  del percorso ma ne ha voluto sviluppare l’impostazione, spostano l’attenzione dai luoghi alle persone, dalle cose ai protagonisti, soprattutto quelli della storia meno ufficiale, che dai tempi di Don Gabucci sono aumentati. 

E manteniamo della sua impostazione un altro elemento fondamentale: così come ad ogni tappa don Gvan gettava uno sguardo oltre le mura al paesaggio circostante così ora sottolineamo che è  proprio lì che possiamo leggere le maggiori trasformazioni e che quindi il paesaggio può essere letto come un grande ritratto del paese.

Oggi non ci sono più le cartoline e nessuno si diverte a ritrarre con matita su carta i luoghi come hanno fatto il Liverani o Costanza Monti ma il patrimonio di disegni e foto racconta che Sant’Angelo è stato ed è un castello incastonato in un paesaggio e che la sua storia sta dentro  e fuori le mura fino ai contorni delle colline e dei campi circostanti. 

Città di Vallefoglia
Accademia di Belle Arti di Urbino
Associazione Auser cultura Provincia Pesaro Urbino
Proloco Sant’Angelo in Lizzola
Associazione culturale etra. Entra nell’arte – Antonella Micaletti/Veronica Tanfanii.
Associazione Quatermassx – Roberto Vecchiarelli.

Documenti messi a disposizione da Archivio Stroppa Nobili, archivio della parrocchia di Sant’Angelo.

Le voci sono di: Maurizio Garattoni, Elisabetta Ghiselli, Antonella Micaletti, Settimio Perlini.

Digitalizzazione a Cura di Almaloci.com - Settimio Perlini, Enrico Perlini.

Si ringraziano per la raccolta di documenti: Elisa Antonini, Ambra Franci, Rossana Romani.