Palazzo Amiani è prima residenza di famiglia, edificato nel XVI secolo. Sul  portale seicentesco in pietra sovrastano gli emblemi araldici della famiglia, un drago alato posto tra due gigli, mentre nell’architrave sono incisi il nome di Gregorio Amiani e la data del 1645. Egli è sicuramente uno dei personaggi più illustri della famiglia essendo un  giurista e letterato e avendo fondato nel 1641 l’Accademia degli Scomposti che, nel 1739, ebbe come propria sede il palazzo Amiani grazie a Pietro Maria Amiani, il quale ne diventò presidente.

Oggi è diventato palazzo Borgogelli Avveduti.

ACCADEMIA DEGLI SCOMPOSTI

Singolare è lo stemma che  raffigura sette tubuli di cannocchiale: la simbologia vuol ricordare gli accademici tra loro scomposti che però vogliono trasmettere il desiderio di guardare avanti, guardare lontano, obiettivo spiegato dal motto Compositi ad Seposita riportato nel cartiglio, sopra lo stemma sormontato da una testa di drago alato a richiamare l’arma di casa Amiani.

Così come i pezzi del cannocchiale disuniti (scomposti) non servono a nulla, ma una volta montati tra loro servono a vedere lontano, così gli accademici, tra loro diversi, una volta riunitisi (compositi) e predispostisi a qualche impresa raggiungono lo scopo: ad seposita, cioè la comprensione delle cose sconosciute. Tanto che il principe degli Scomposti era detto “lo Stenebrato”, colui che è fuori dalle tenebre dell’ignoranza.

Non si può non sospettare un sottile significato esoterico, legato all’arcano ed a dottrine sconosciute, con l’impegno dei membri dell’Accademia di tentare di renderle comprensibili ai più. l’accademia diventò quindi un luogo d’incontro  di diverse famiglie fanesi come i Marcolini, Nolfi e gli stessi Amiani. L’attività dell’accademia fu quella di scrivere e di dibattere nelle riunioni.

I discorsi ed i problemi di solito avevano temi morali o filosofici, talvolta anche mitologici, storici o pseudo-storici e scientifici. Vincenzo Nolfi tenne un discorso contro coloro che ritenevano che poetare fosse una “pazzia furiosa”. Spesso i temi erano futili.

 Talvolta partecipavano ad alcuni momenti pubblici dell’Accademia le mogli, tra cui Giovanna de Suez, moglie di Giacomo Torelli, noto scenografo del Seicento.

L’Accademia degli Scomposti cessò le sue attività nel 1730, anno di fondazione dell’Accademia Fanestre, in cui confluirono gran parte degli Scomposti. La stessa cosa avvenne nella metà dell’ottocento quando, finita l’Accademia Fanestre, nacque, dai suoi componenti, il Circolo Cittadino, con intenti liberali.

Dopo oltre un secolo di vita, nel 1993 il Circolo cittadino si scioglieva ed il 7 settembre dello stesso anno, diciotto vecchi soci, per mantenere in Fano la tradizione di un sodalizio riuniva i rappresentanti più illustri della città, fondarono un nuovo circolo, tornando al nome originale di “Accademia degli Scomposti”.