“ Su un poggio poco fuori della città si trova la Villa Imperiale…partimmo un pomeriggio per vedere le meraviglie dell’ Imperiale. Lasciammo la città attraverso un imponente portale delle mura con le quali Genga aveva contornato la città e superammo il fiumiciattolo che dà luogo al porto di Pesaro. Alla porta un daziere ci fece sbagliare strada e invece di girare subito a destra seguimmo la via di Rimini e dovemmo effettuare una lunga deviazione per sentieri scoscesi e fangosi attorno a Villa Vittoria, dove aveva risieduto l’infelice regina Carolina d’Inghilterra. Da codeste alture si avevano gradevoli vedute verso l’interno dove si levano, l’una appresso all’altra, oltre la pianura, le quinte degli appennini color porpora e violetto. 

Uscito dalla città, Thomas Jackson perde i suoi toni gotici e si apre all’ammirazione della natura, preparandosi alla visita che costituisce il motivo del suo passaggio a Pesaro: la Villa Imperiale.

L’area di Porta Rimini è carica di storia ma forse Jackson la percepisce solo come uscita dal centro abitato. 

In realtà bisogna ricordare che da porta Rimini entrarono le truppe piemontesi per liberare Pesaro dal governo papalino l’11 settembre del 1860. Appena fuori della porta, di fronte a villa Moscioni, rimasta quasi identica, c’è ancora oggi una casa che ha una lapide e dodici palle di cannone. Curioso che ad aprire la porta alle truppe piemontesi furono i medici dell’ospedale San Benedetto. 

Il legame ai valori risorgimentali della zona intorno alla porta sono testimoniati da eventi organizzati successivamente, come la cerimonia funebre per Mazzini.

L’area ha inoltre il suo fascino legato al fiume e al porto, ma anche agli Orti Giulii, costruiti in onore di Giulio Perticari tra il 1827 e il 1830, che hanno rappresentato uno dei primi esempi in Italia di parco pubblico. Gli orti sono stati inoltre costruiti in un contesto che aveva già visto in passato la presenza di un giardino di eccezionale bellezza, il Barchetto ducale, dove furono anche ospitati Bernardo e Torquato Tasso. 

Tutta l’area è già completamente diversa quando Jackson passa da lì, ma lo è ancor di più oggi, congestionata da traffico e luoghi in abbandono.