“…Su un lato della piazza c’è il vecchio Palazzo Ducale. Ora sede della prefettura, con una imponente facciata caratterizzata, pur nella semplicità delle linee, da sofisticati accorgimenti…Il primo piano che dà sulla piazza è occupato dalla sala consiliare che ha un magnifico soffitto a lacunari, dipinto e dorato. Sebbene sia stato ritoccato dalla mano di un artista non inferiore al nostro meritevole oste dell’Hotel Zongo, come mi disse con onesto orgoglio, conserva il suo stato originale se non fosse per qualche screpolatura e una certa sporcizia. Fra gli emblemi del soffitto c’è la pianta di rovere, stemma della famiglia Della Rovere a cui appartenevano gli ultimi duchi di Urbino”. 

Così scrive Jackson passando per Piazza del Popolo. 

Negli anni ’20 del 1900 vennero ripristinati i merli originari del palazzo. Chissà se è riuscito a vederli nelle tarsie della chiesa d Sant’Agostino, un capolavoro che spesso si ignora per l’impossibilità di raggiungere lo spazio dietro all’altare che comunque è poco illuminato: eppure Pesaro è rappresentato con rara raffinatezza di particolari.

Sicuramente però il nostro viaggiatore ha notato nel Palazzo Ducale la soluzione con cui il Genga lega la parte architettonica con il concetto di natura: dipingendo  degli  affreschi delicati ma che creano continuità spaziale nello stesso modo in cui avviene nella Villa Imperiale, la vera meta di Thomas Jackson.