Nella pancia del grosso terrapieno, salendo da via Giovanni Santi, sta un lavatoio, ancora integro anche se chiuso.  Arrivando a Colbordolo in auto, lo sguardo è attratto dal palazzo in alto e dalla torre e non si percepisce che dentro quella costruzione imponente ci sia uno spazio dedicato ad una attività quotidiana. Ma non doveva essere così quando vi si arrivava solo a piedi o con mezzi più  lenti.

“L’acqua nel lavatoio era sempre pulita”, ci spiegano gli anziani del paese, “ perché si ricambiava continuamente con la fontana appena sopra”. 

Il lavatoio è sempre stato il luogo in cui le donne si sono scambiate informazioni e pettegolezzi, uno spazio separato, in cui la privacy non era contemplata.