Durante l’impero romano Brindisi fu un porto commerciale e militare di primaria importanza. Da qui partivano e arrivavano le merci destinate alle provincie dell’impero e numerosi eserciti, guidati da famosi condottieri, partirono e giunsero in questo porto durante i secoli della storia romana. A Brindisi approdarono anche Cicerone, Virgilio e tanti altri personaggi illustri. 


La storia di Cicerone è particolarmente commovente. È noto il legame di Cicerone con la città di Brindisi grazie alla sua amicizia con Lenio Flacco. Non sappiamo come e quando si conobbero, ma siamo certi che Lenio Flacco fu un amico devoto e fidato che non esitò ad aprire la sua casa a Cicerone, in un momento molto delicato della sua vita. Al culmine della sua carriera, Cicerone era stato accusato di aver condannato Catilina infrangendo la legge, e rimasto a Roma senza alleati, nel 58 a.C. prese la via dell’esilio volontario. Per un civis romanus l’esilio era una condizione drammatica: in una lettera dall’esilio spedita al fratello Quinto Cicerone scrive di sentirsi come quandam effigiem spirantis morti, l’ombra di sé stesso, un morto vivente, uno zombie (ad Q. Fr, 1, 3,1). 

Quando Cicerone arrivò finalmente a Brindisi scrisse ai suoi una lettera tristissima (Ad familiares, XIV): “Spedisco lettere per voi il meno possibile, perché se non c'è momento per me che non sia triste, quando poi o scrivo a voi o leggo lettere vostre sono travolto dalla commozione, al punto da non farcela più”. 

L’accoglienza della città di Brindisi e del suo amico Lenio Flacco, che, incurante dei pericoli, ospita Cicerone per tredici giorni, consolò Cicerone. “Sono stato per 13 giorni presso Lenio Flacco, un uomo tra i migliori, che non ha preso in considerazione il pericolo di perdere i suoi beni o la sua vita per la salvezza, né si è lasciato distogliere dalla punizione di una legge ingiustissima, per venire meno al diritto e al dovere delle leggi dell’ospitalità e dell’amicizia”. In un’orazione del 52 a.C. (Pro Plancio, XLI, 97) Cicerone ricorda: “Giunsi a Brindisi, o meglio, mi avvicinai alle mura; aggirai la sola città che è più di ogni altra a me amica, che si sarebbe lasciata squarciare piuttosto che permettere che io fossi strappato dal suo abbraccio. Mi recai negli orti di Marco Lenio Flacco…”. Da Brindisi, con l’aiuto della famiglia di Lenio Flacco, Cicerone partì per Durazzo, sulla costa dalmata.

L’anno dopo Cicerone ebbe la possibilità di rientrare dall’esilio: a Brindisi trovò ad aspettarlo la sua amatissima figlia Tullia (Tulliola). Arrivò proprio nel giorno del suo compleanno che, per una strana coincidenza, cadeva proprio il 5 agosto, nell’anniversario della fondazione della colonia di Brindisi. Scrive Cicerone (ad Atticum, IV): “questa circostanza notata da una moltitudine fu festeggiata con grandi manifestazioni di gioia dei Brindisini…Di lì equipaggiato onorevolmente dai Brindisini mi sono messo in viaggio (per Roma) sicché da ogni parte venivano a me deputazioni di cittadini per congratularsi”.