La scenografia del preregrino errante

Il fiume legava il centro abitato alla campagna in un rapporto di continuità che oggi è difficile percepire. Una visione unitaria e armonica lasciava cogliere il territorio e il paesaggio come un unicum di elementi umani, materiali, naturali: case, alberi, corsi d’acqua, colline, uomini e animali, colori e forme convivevano in un rapporto che appariva meno frammentato. Il legame tra le acque del Metauro, le pietre delle costruzioni medioevali e l’apertura del paesaggio verso Urbino, dovevano invece sicuramente tessere la scenografia ideale per la esternazione dei sentimenti di dolore e paura di un peregrino errante come Torquato Tasso.