L’attenzione che la  tipografia e libreria di Niccolò Gavelli attirò su di sé per qualità di stampa, ricchezza di macchine e di  caratteri (la ricchezza di una tipografia si misurava anche da questo), attirò l’attenzione di intellettuali che in quel momento storico vedevano nel libro una scelta di diffusione del sapere e quindi di modernizzazione della cultura.

Tra tutti, Annibale degli Abbati Olivieri e Giambattista Passeri, fecero stampare al Gavelli le loro importanti opere di studi su Pesaro e sulla sua storia.

I libri stampati dovevano essere venduti e Gavelli lo faceva nella sua libreria, ma anche nelle librerie interessate a pubblicazioni di rilievo, con le quali intrattiene rapporti sempre più stretti. La tipografia e libreria diventarono un luogo importante di incontri e scambi.


Documenti della Biblioteca Oliveriana. Tutte le foto sono di Roberto Vecchiarelli

Nelle immagini qui sotto...

Nel 1754 nella tipografia di Gavelli viene stampata Dissertazione sulla fondazione di Pesaro, nella quale Annibale degli Abbati Olivieri portava a compimento le sue ricerche sull’ipotesi delle origini greche della città.  Curioso notare che le parole che richiedevano lettere che la tipografia non poteva avere a disposizione sono tracciate a mano.222

Gavelli stampò tra il 1739 e il 1751 i  tre volumi di Giovan Battista Passeri, Lucernae fictiles. Della raccolta del Passeri, infatti, oltre alle numerose lucerne e ad alcuni reperti molto rari e preziosi, ricoprono un notevole interesse i manoscritti con i disegni delle lucerne realizzati dallo stesso Passeri e dal fiorentino Giuseppe Menabuoni, come pure le lastre in rame recanti le incisioni di quest’ultimo, utilizzate per la stampa del volume. Le lastre hanno lasciato nel tempo una impronta